Canon 1100D Modification: Filter Removal, Direct Cooling, El

Tecniche di ripresa e immagini di oggetti deep sky e del sistema solare

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benzomobile
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Canon 1100D Modification: Filter Removal, Direct Cooling, El

Messaggio da benzomobile » 25/12/2014, 14:55

Buon Natale a tutti.

Sono Giuseppe, di Como.
Sto finendo un tutorial che scaturisce dal lavoro di modding eseguito sulla mia Canon 1100D.
Poiché i risultati che ho ottenuto sono stati davvero entusiasmanti, vorrei qui condividerne ogni aspetto tecnico
con tutti gli interessati all'argomento.
Potrete trovare il mio tutorial (è quasi completamente ultimato) al seguente link:

https://sites.google.com/site/beppelast ... ew-control
 
La caratteristica più interessante e peculiare della mia mod consiste nell'avere trovato una soluzione estremamente efficace, ma anche relativamente semplice, per prevenire il grosso ed eterno guaio costituito dalla formazione della condensa sulla superficie del sensore.
In sostanza, una volta rimosso ed eliminato il filtro LPF#2, ho riempito di piccoli granuli di silicagel il solco dove il filtro stesso è alloggiato, individuabile all'interno del telaietto di plastica nera.
Dopo aver ricollocato il filtro LPF#1 al suo posto, ho creato una sorta di sottile camera stagna, delimitata dal filtro LPF#1, anteriormente, e dalla superficie del sensore, posteriormente. All'interno di questa camera l'umidità relativa raggiunge una percentuale molto bassa (ed il punto di rugiada di conseguenza si abbassa notevolmente).
Nota: Ho ritenuto solo più comodo riutilizzare l'LPF#1; tuttavia, la struttura fisica del filtro è stata studiata - oltre che per la messa a fuoco automatica (che per noi non è praticamente indispensabile) - anche per la funzione antialiasing che finisce inevitabilmente per degradare l'immagine deep sky.
L'utilizzo, al suo posto, di un vetrino piano parallelo trasparente consentirebbe senza dubbio di ottenere immagini più contrastate.
Un filo resistivo in nichelcromo (384 ohm/m) è stato incollato sul frame di plastica, a poca distanza dal bordo del filtro.

Il filo di NiCr, in serie con una resistenza da 100-120 ohm, è alimentato con la tensione (comune) di 12V.
Pertanto, il filo stesso dissipa circa 1/5W (2.7V x 78mA) e riscalda in maniera efficiente l'LPF#1, mentre è poco significativo il calore che viene trasferito all'aria che si trova all'interno della camera stagna.
Ho realizzato, attraverso varie prove, che la potenza dissipata dal filo NiCr non deve essere troppo alta.
In tal caso, infatti, quando cioè la temperatura all'interno della camera sale troppo, si verifica la formazione di alcuni (peraltro fini) filamenti di brina sulla superficie del sensore.
Se il filo dissipa una potenza di circa 0.20-0.25W, non solo il filtro non si appanna, ma viene contemporaneamente impedita la formazione di condensa sulla superficie del sensore; ciò anche quando la temperatura di raffreddamento fosse spinta verso i livelli più bassi (ricordo che è inutile raffreddare il CMOS a meno di 0°C!). Nella pratica ho raggiunto circa -12° C per oltre venti minuti senza alcun problema in tal senso.
Si noti, tra l'altro, che in questo modo la superficie del sensore non è direttamente riscaldata, quindi il raffreddamento totale sensore non è diminuito dal da un eccessivo riscaldamento del sistema anti condensa.
La corrente che scorre nella cella di Peltier è controllata in modo efficiente dal circuito di alimentazione PWM + filtro passa-basso (l'ho calcolato e disegnato io stesso). Non si tratta un termostato standard che accende e spegne il TEC, ma, in sostanza, di un alimentatore che varia la sua tensione continuamente - quasi in tempo reale, con una isteresi molto piccola - in risposta alla variazione della resistenza NTC.

Ciao a tutti.

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