Ottimo Antonello i dubbi iniziano trovare qualche risposta, la calibrazione del colore che ho effettuato è stata con un "linear fit" ma comparato secondariamente con un "PhotometricColorCalibration" in pixinsight. Sull'onda della forte curiosità sono riuscito a raccogliere anche qualche dato in più che spero possa fare ancora più chiarezza sulla questione (almeno a me l'ha fatta
) a quello che già avevo ipotizzato, porto un riassunto molto sintetico escludendo alcune variabili in gioco tra cui qualità del monitor, calibrazione del colore di esso e rappresentazione dei colori a livello digitale.
Le nebulose ad emissione contrariamente a come ero abituato a pensare possono assumere varie colorazioni questo è dovuto principalmente al fatto che
quando l'idrogeno è illuminato da stelle che emettono luce ultravioletta, gli atomi di idrogeno assorbono questi raggi UV ed emettono energia ad altre lunghezze d'onda, ma non solo, anche a seconda degli elementi presenti nella nebulosa tra cui H-alfa (rosso intenso), H-beta (blu/verde), H-gamma (blu) ossigeno, zolfo etc. possono caratterizzare una colorazione rispetto ad un altra.
Le colorazioni possono variare dal blu passando dal rosa/magenta fino al rosso intenso tipico dell'H-alfa che siamo abituati a vedere, a seconda dell’interazione con la polvere interstellare che essendo quest’ultima più o meno abbondante può assorbire maggiormente la componente blu dello spettro facendo apparire la nebulosa più rossa o invece all’inverso, una minore concentrazione di polvere farà tendere la nebulosa verso il magenta/rosa, fino al blu.
Le immagini a seguire mostrano proprio la variazione del colore al variare delle caratteristiche elencate sopra
- Figura 1 mostra la variazione della colorazione della polvere interstellare ma con la presenza di piccole quantità di emissione di Idrogeno-alfa. La colorazione cambia da sinistra verso destra all’aumentare della concentrazione di polvere interstellare e dall’alto verso il basso all’aumentare di emissione di idrogeno-alfa
- Figura 2 mostra la combinazione polvere interstellare->Idrogeno-alfa, il colore esatto dipende dalla temperatura della nebulosa che influenza le intensità relative delle linee di emissione dell'idrogeno. Se non ci fosse polvere, l'emissione di idrogeno produrrebbe sfumature da blu a viola, non magenta o rosso! Ma l'effetto maggiore sul colore viene dato dall'aumento della polvere, che sopprime i colori blu. Piccole quantità di polvere producono colori magenta e rosati. Solo nelle regioni ad alta concentrazione di polveri la nebulosa apparirà rossa. La colorazione cambia da sinistra verso destra all’aumentare della concentrazione di polvere interstellare e dall’alto verso il basso al diminuire della luminosità
- Figura 3 mostra la combinazione polvere interstellare->Idrogeno-alfa->Ossigeno. La colorazione cambia da sinistra verso destra all’aumentare della concentrazione di polvere interstellare e dall’alto verso il basso all’aumentare di emissione di ossigeno. Una volta che l'emissione di ossigeno domina sull'emissione dell’ idrogeno il colore verde diventa indipendente dal contenuto di polvere
Linee di emissione delle nebulose nell’intervallo della classe spettrale
• Idrogeno-alfa (656,3 nm, 0,6563 micron), rosso, da 3 a 4 volte l'intensità dell'H-beta.
• Idrogeno-beta (486,1 nm, 0,4861 micron), blu-ciano.
• Idrogeno-gamma (434,1 nm, 0,4341 micron), blu-violetto, più debole della H-beta di circa la metà.
• Ossigeno III (500,7 nm, 0,5007 micron) blu-verde.
• Ossigeno III (495,9 nm, 0,4959 micron) blu-verde, ~ 5 volte più debole della linea 500,7 nm.
• Azoto II (658,3 nm, 0,6583 micron) rosso.
• Azoto II (654,8 nm, 0,6548 micron) rosso, circa 1/4 della linea 658,3 nm.
• Elio I (587,6 nm, 0,5876 micron) arancione.
• Elio II (468,6 nm, 0,4686 micron) blu.
Presenza di elementi che contribuiscono alla variazione della colorazione
• Rosso/Rosa = H-alfa dove la polvere interstellare assorbe H-beta e H-gamma nelle nebulose ad emissione di Idrogeno
• Magenta/Azzurro = H-alfa + H-beta + H-gamma nelle nebulose a emissione di idrogeno con assorbimento moderato dalla polvere interstellare
• Rosa = H-alfa + H-beta + H-gamma + Ossigeno e/o Zolfo (OIII /SII)
• Arancione, marrone = polvere
• Verde (verde acqua) e bianco-bluastro = Ossigeno (OIII) preponderante
Arrivato a questo punto mi sono chiesto e se ponessi davanti un filtro selettivo tipo H-alfa?
Bene, il risultato che si ottiene è un immagine dove la prevalenza di Idrogeno-alfa nasconderebbe i processi ed colori presenti realmente in quel soggetto enfatizzando soltanto quella precisa frequenza spettrale, ecco anche perché un filtro anti-inquinamento si comporta in modo molto simile, lasciando passare in percentuale più o meno grande determinate lunghezze d’onda come accennato da Antonello in precedenza.
Ma non solo anche una reflex modificata si comporta allo stesso modo alterando la sensibilità alla banda dell' Idrogeno-alfa il segnale tende a pendere verso quella frequenza precisa e verso quel colore.
In conclusione (in maniera molto sintetica) la variazione del colore delle nebulose ad emissione è dato in buona parte dalla:
1) Presenza di stelle che emettono prevalentemente in UV.
2) Concentrazione di polvere interstellare
3) Composizione chimica della nebulosa
che al variare di questi parametri fanno assumere colorazioni differenti tra le varie nebulose che non necessariamente devono avere la colorazione rosso acceso tipico dell' H-alfa fino a qualche tempo fà ragionavo con una convinzione errata che il colore che doveva venire fuori doveva essere quello tipico dell'H-alfa che ero abituato a vedere
Ovviamente quanto detto sopra è stato semplificato sul presupposto che noi possediamo un monitor “ideale” capace di mostrare l’intera gamma di colori, escludendo quest'ultimo dalle variabili in gioco, e che il bilanciamento del bianco sia effettuato sulla percezione del nostro occhio al bianco della luce di giorno.
Se qualcosa vi sembra non chiaro o errato discutiamone