Cos'è l'imaging planetario e come farlo
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Cos'è l'imaging planetario e come farlo
È una domanda che mi sono fatto! Dato che sul web non viene chiarito molto bene. vorrei capire meglio, cosa significa imaging planetario, ma soprattutto vorrei capire in che modo farlo.
- Antonello Medugno
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Re: Cos'è l'imaging planetario e come farlo
Domanda interessante.
L'imaging planetario è il processo attraverso il quale otteniamo delle immagini planetarie (Luna/e, Sole, PIaneti, Asteroidi) ricche di dettagli. La tecnica prevede l'uso di tempi di esposizione variabili da 1ms a 500ms per cui è comodo operare un filmato che raccoglie migliaia di frames che poi potranno essere elaborati con software dedicati.
Rispetto alla tecnica per il deep-sky non c'è differenza sul metodo ovvero il fatto di sommare immagini allineate per poter ottenere un rapporto segnale/rumore a favore del segnale; c'è invece differenza sul grado di applicazione di determinate funzioni matemmatiche come le deconvoluzioni che permettono di mettere in evidenza dettagli presenti e che possono essere contrastati con tali applicazioni. Difatti, nell'imaging planetario si riesce ad applicare ottenendo più contrasto e dettagli grazie al fatto che si possono sommare migliaia di frames.
Come fare imaging planetario? Dipende da tanti fattori: lo strumento, la camera di ripresa, gli accessori ottici necessari, il software di elaborazione video.
La sequenza che ho elencato è in ordine di importanza dal più importante al meno, ovviamente il cielo è il primo ma non dipende dai nostri acquisti.
Lo strumento: si preferiscono strumenti che possono raggiungere facilmetne focali spinte, tipicamente da 5mt a salire a 10-15mt.
La camera di ripresa: si usano camera CMOS colore o mono (in alternativa CCD ma ormai in disuso in questo campo) che hanno capacità di alto frame rate (FPS) e capaci di generare un flusso video. Per registrare i video ci sono diversi software tra cui quello più utilizzato è (a mio parere quello più specifico) FireCapture, gratuito e molto funzionale per tutte le cose extra che possono essere utili durante l'acquisizione dei video. Nel caso di camere a colori il filmato contiene già tutte le informazioni colore, mentre per le mono bisogna acquisire i filmati nei canali dedicati (rosso R, verde G, blu B) oppure bande particolari come l'infrarosso (IRpass), ultravioletto (UVpass) o specifiche come il metano (CH4) e qualche altra.
Accessori ottici: tipicamente lenti di Barlow di ottima qualità (apocromatiche se possibile) o in alternativa oculari ortoscopici per la proeizione nel caso si usino questi al posto delle Barlow.
Software di elaborazione: Registax validissimo (non più seguito) ma ha un limite sull'elaborazione di video di dimensione superiore a 2GB, ma per l'applicazione delle deconvulzioni è forse molto utilzzato; AviStack, AutoStakkert, quest'ultimo è quello più valido e seguito come sviluppo.
Per finire: i software sopra riportati permettono anche di finalizzare con deconvoluzioni varie (WaveLet, UnsharpMask, etc.) e modificando luci e contrasti. Su questo punto non vado oltre in quanto chi inizia deve attenersi prima alle fasi di acquisizione (perdere qualche settimana, 3-4 settimane) per capire come funziona il proprio strumento, il prorio sito da cui si riprende, come operare con la camera nelle varie condizioni (filtri e accessori).
Dopo questo periodo variabile di successi/insuccessi si può cominciare a vedere come operare sulle proprie immagini tenendo presente che meno si opera meglio è!
L'imaging planetario è il processo attraverso il quale otteniamo delle immagini planetarie (Luna/e, Sole, PIaneti, Asteroidi) ricche di dettagli. La tecnica prevede l'uso di tempi di esposizione variabili da 1ms a 500ms per cui è comodo operare un filmato che raccoglie migliaia di frames che poi potranno essere elaborati con software dedicati.
Rispetto alla tecnica per il deep-sky non c'è differenza sul metodo ovvero il fatto di sommare immagini allineate per poter ottenere un rapporto segnale/rumore a favore del segnale; c'è invece differenza sul grado di applicazione di determinate funzioni matemmatiche come le deconvoluzioni che permettono di mettere in evidenza dettagli presenti e che possono essere contrastati con tali applicazioni. Difatti, nell'imaging planetario si riesce ad applicare ottenendo più contrasto e dettagli grazie al fatto che si possono sommare migliaia di frames.
Come fare imaging planetario? Dipende da tanti fattori: lo strumento, la camera di ripresa, gli accessori ottici necessari, il software di elaborazione video.
La sequenza che ho elencato è in ordine di importanza dal più importante al meno, ovviamente il cielo è il primo ma non dipende dai nostri acquisti.
Lo strumento: si preferiscono strumenti che possono raggiungere facilmetne focali spinte, tipicamente da 5mt a salire a 10-15mt.
La camera di ripresa: si usano camera CMOS colore o mono (in alternativa CCD ma ormai in disuso in questo campo) che hanno capacità di alto frame rate (FPS) e capaci di generare un flusso video. Per registrare i video ci sono diversi software tra cui quello più utilizzato è (a mio parere quello più specifico) FireCapture, gratuito e molto funzionale per tutte le cose extra che possono essere utili durante l'acquisizione dei video. Nel caso di camere a colori il filmato contiene già tutte le informazioni colore, mentre per le mono bisogna acquisire i filmati nei canali dedicati (rosso R, verde G, blu B) oppure bande particolari come l'infrarosso (IRpass), ultravioletto (UVpass) o specifiche come il metano (CH4) e qualche altra.
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Software di elaborazione: Registax validissimo (non più seguito) ma ha un limite sull'elaborazione di video di dimensione superiore a 2GB, ma per l'applicazione delle deconvulzioni è forse molto utilzzato; AviStack, AutoStakkert, quest'ultimo è quello più valido e seguito come sviluppo.
Per finire: i software sopra riportati permettono anche di finalizzare con deconvoluzioni varie (WaveLet, UnsharpMask, etc.) e modificando luci e contrasti. Su questo punto non vado oltre in quanto chi inizia deve attenersi prima alle fasi di acquisizione (perdere qualche settimana, 3-4 settimane) per capire come funziona il proprio strumento, il prorio sito da cui si riprende, come operare con la camera nelle varie condizioni (filtri e accessori).
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Re: Cos'è l'imaging planetario e come farlo
Grazie mille della risposta esaustiva! Quindi l'imaging planetario potrebbe essere fatto anche con macchina fotografica?
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Re: Cos'è l'imaging planetario e come farlo
È meglio l'imaging o lo stacking per riprendere pianeti?
- Antonello Medugno
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Re: Cos'è l'imaging planetario e come farlo
Come ti dicevo, non ho elencato le reflex o similari nella lista in quanto non adatte anche se producono flussi video. Il flusso generato è sempre compresso, anche se di poco ma lo è. La dimensione del sensore (i MPix per intenderci), in questo campo non serve a meno di non voler fare imaging lunare o solare con l'oggetto che rientra in tutto il campo.
In merito alla differenza tra imaging e stacking sono due cose distinte della stessa metodica: l'imaging è la fase iniziale di cui ti ho consigliato di seguire senza badare ai risultati, lo stacking fa parte dell'ultima fase nell'elaborazione dei filmati
In merito alla differenza tra imaging e stacking sono due cose distinte della stessa metodica: l'imaging è la fase iniziale di cui ti ho consigliato di seguire senza badare ai risultati, lo stacking fa parte dell'ultima fase nell'elaborazione dei filmati
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Re: Cos'è l'imaging planetario e come farlo
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